La conoscenza e i suoi nemici : l'era dell'incompetenza e i rischi per la democrazia / Tom Nicholson

"Capitolo 4 : Come l'informazione illimitata ci rende più stupidi. (...).

Per alcuni versi la comodità di internet è un'enorme manna, ma soprattutto per persone già allenate nella ricerca e che hanno un minimo di idea di cosa vogliono trovare (...).
Visitare una biblioteca era un momento istruttivo in sé per sé, soprattutto per un lettore che si prendeva il tempo di chieder aiuto a un bibliotecario. Internet, tuttavia, non assomiglia affatto a una biblioteca. E' piuttosto un gigantesco magazzino in cui chiunque può abbandonare qualsiasi cosa (...). E' un ambiente quasi del tutto privo di regole, che apre la porta a contenuti spinti dal marketing, dalla politica e dalle decisioni ignare di altri profani, più che dal giudizio di esperti. (...). In pratica ciò significa che i risultati di una ricerca di informazioni sono risputati fuori da qualsiasi algoritmo sia in funzione in un motore di ricerca, solitamente fornito da società a scopo di lucro che usano criteri fondamentalmente oscuri per l'utente (...).
La ricerca richiede la capacità di trovare informazioni autentiche, di riassumerle, analizzarle, scriverle e presentarle ad altre persone. Non è territorio esclusivo di scienziati e studiosi, ma una serie elementare di abilità che un'istruzione superiore dovrebbe fornire a tutti i laureati perché è importante per qualsiasi lavoro e carriera. Ma perché degnarsi di fare tutti quei noiosi salti mortali quando lo schermo davanti a noi ha già le risposte, generate a milioni in pochi secondi, e meravigliosamente presentate su siti web colorati e dall'aspetto autorevole?
Il problema più profondo è che internet sta davvero cambiando il modo in cui leggiamo, il modo in cui ragioniamo, perfino il modo in cui pensiamo, e in peggio. Ci aspettiamo di ottenere informazioni all'istante. Le vogliamo già scomposte, presentate in una forma gradevole alla vista e vogliamo che dicano quello che noi vogliamo che dicano (...). Il flusso di informazioni che ne risulta crea una patina di sapere che in realtà fa stare le persone peggio di quando non sapevano niente. E' un vecchio adagio, ma è vero: non è quello che non sai che ti fa male, è quello che sai e che non è vero".

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