I Trattati europei tra passato e futuro
a proposito del volume a cura di A. Ciancio, “Le trasformazioni istituzionali a sessant'anni dai Trattati di Roma”, Giappichelli, Torino, 2017, Giovedì, 28 giugno 2018 ore. 15:00
Sala delle Lauree - 2° piano (Ala della Presidenza)
Facoltà di Economia, Università Sapienza
Via del Castro Laurenziano 9, Roma


Presiede ed introduce
Roberto Miccù, Professore ordinario Sapienza Università di Roma

Ne discutono
Umberto Vattani, Ambasciatore
Claudio Rossano, Professore Emerito Sapienza Università di Roma Paolo Ridola, Preside della Facoltà di Giurisprudenza Sapienza Università di Roma
Fulco Lanchester, Professore ordinario Sapienza Università di Roma

Conclusioni
Adriana Ciancio, Professore ordinario Università degli Studi di Catania

Commenti

  1. I TRATTATI EUROPEI TRA PASSATO E FUTURO : SUNTO

    RELAZIONI

    Umberto VATTANI (ambasciatore)

    Esordisce con una breve storia dell’integrazione: prima la diffidenza di De Gaulle verso la Gran Bretagna; poi l’entrata di questa con la speranza che apportasse valori di moderna tecnologia, ma si è rilevata un’illusione, perché la preminenza della PAC agli inglesi non interessava, poi con il teacherismo il distacco della G.B. si è fatto più evidente, ma soprattutto è stata evidente la forza di imporre le sue scelte (predominio della lingua, liberismo senza regole, allargamento a Est).
    Con l’avvento dell’Euro, al quale la G.B. non è mai stata interessata, ci si è dovuto misurare anche con scelte diplomatiche “furbe” da parte italiana, per arrivare a un risultato che potesse accontentare tutti gli aderenti.

    Fulco LANCHESTER (scienze politiche)

    Esamina la posizione della Corte suprema tedesca che, forte della propria costituzione basata sulla supremazia del diritto nazionale, pone diversi ostacoli all’integrazione, laddove gli articoli 10-11 della nostra costituzione aprirebbero la strada alla supremazia del diritto europeo. Il rischio attuale è quello della Finis austriae (dissoluzione dell’UE in staterelli regionali) o supremazia “Prussiana” nella confederazione. Per evitare questo c’è bisogno di un salto federale.

    Adriana Ciancio (università Catania)

    Carenza di democrazia nelle istituzioni europee, alla quale si accompagna una comunicazione falsata da spinte populiste e nazionaliste antisistema, che ora, per giunta, sono al governo.

    DISCUSSIONE

    Caravita: ci sono organi democratici nell’UE, come ci sono grandi vantaggi, che però non vengono comunicati perché ormai i canali di comunicazione sono i social, quindi bisognerebbe attivare campagne fattive e propulsive attraverso quegli strumenti.

    Russo: un’economia globale va regolata e perché questo sia possibile ci vogliono stati a dimensione continentale.

    CONCLUSIONI

    Vattani considera che la scala delle priorità geo-politiche si è ormai spostata dall’Atlantico al Pacifico: questo vale per gli USA e per le “tigri asiatiche”; ribadisce quindi che l’Europa ha bisogno di personale politico-diplomatico preparato a queste nuove sfide, non aduso a guardare solamente la prossima elezione.

    Lanchester ribadisce che è ormai tempo di fare il salto a una vera Federazione, come avevano prospettano nel Manifesto di Ventotene Spinelli, Rossi e Colorni.

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