EUROPA E TURCHIA.

Uno sguardo mensile alle dinamiche e agli sviluppi delle relazioni nel contesto del Mediterraneo.

Giugno 2022

in attesa che la transizione ecologica (Piano REPower EU – SWD(2022)230) - decolli  è caccia a nuovi fornitori di energia. Ad al-Sisi non si chiedono patenti democratiche né di dar conto della sua presenza al Forum economico di San Pietroburgo. La nona riunione del Consiglio di associazione UE-Egitto conferma la solidità della partnership che a realtà geopolitica energetica impone. Nella partita entra anche Israele. Il gas dei suoi giacimenti potrebbe essere trasferito in Egitto dove verrebbe liquefatto e trasportato via nave verso i porti europei. La cosa è attuabile ma non risolutiva. Di maggiore impatto, ma costosa, la costruzione del gasdotto EastMed che “darebbe all'Europa accesso diretto al gas israeliano e controllo totale di Bruxelles sui rifornimenti”. Un gasdotto attraverso la Turchia sarebbe più vantaggioso dal punto di vista costruttivo ma non da quello geopolitico. Il Memorandum of Understanding tra Egitto, Israele e UE concretizza il primo scenario (anche se ci sono contenziosi con il Libano). Mentre si firma l’accordo, la Corte suprema israeliana concede il via libera, all’acquisizione da parte dei coloni di  proprietà della chiesa greco-ortodossa a Gerusalemme. Von der Leyen, conferma l’impegno economico UE alla Palestina, non una parola sulla creazione dello stato palestinese.  In Algeria la restaurazione, nel silenzio delle capitali europee più interessate alle “révolutions «de couleurs» d'Europe de l'Est”, ha compiuto il suo corso. Il nuovo regime ha preferito arrestare gli oppositori non “au cœur de la foule mais le plus souvent de manière isolée”. A seguito della decisione spagnola di appoggiare il piano marocchino sul Sahara Occidentale, cui Algeri si oppone, viene sospeso il Trattato di amicizia firmato con Madrid. Anche se ciò viola l'accordo di associazione UE-Algeria l’UE rimane silente, “conscia dell’importanza del fattore energetico algerino nel suo approvvigionamento”. Gli studi Futuro delle relazioni commerciali UE-Africa - PE 733.539 e Labour market integration of asylum-seekers and refugees - PE 690.651 insieme alle proposte presentate dalla Commissione per la riforma del controllo dei flussi migratori nell’area Schengen e dei regolamenti Eurodac, cercano di delineare le azioni necessarie all’UE per non perdere le relazioni con l’Africa. Per Borrell se si vuol fare sul serio riguardo alla difesa europea è necessario aumentare la spesa militare cresciuta del 20%, troppo poco rispetto a USA (66%) Russia (300%) e Cina (600%). Nel Report of the High Representative of the Union for Foreign Affairs and Security Policy "CFSP Report – Our Priorities in 2022" - 10244/22 – l’AR delinea le priorità per quello che dovrebbe essere un “geopolitical awakening,’ europeo. Prendendo in esame le relazioni con vari paesi conferma la priorità strategica dell’integrazione dei Balcani visto che l’aggressione all’Ucraina “resonated strongly across the region”. Per quanto riguarda la Turchia nota che il contesto delle relazioni è “slightly improved”. Anche il  PE nella Risoluzione… sulla relazione 2021… sulla Turchia – (en) - P9_TA(2022)0222, sembra soddisfatto che “la cooperazione e il dialogo rafforzati su una serie di questioni sono coesistiti con contrasti e tensioni regolari”. La riorganizzazione della DG NEAR, con l’accorpamento dell'unità responsabile per la Turchia a quelle del vicinato, per il PE è un grave errore politico. Le conclusioni della relazione sono rigettate  in toto dalla Turchia. Nella “Sesta relazione annuale sullo strumento per i rifugiati in Turchia” (en) – Com(2022)243 – si nota che,  anche senza il paventato afflusso di rifugiati dall’Afghanistan, la coesione sociale tra i migranti e le comunità di accoglienza si va deteriorando, tuttavia si attendono le proposte formali per il proseguimento dei finanziamenti. Il Consiglio Affari esteri dà a Moldova e Ucraina il via libera all’ingresso nella UE. Per l’AR Borrell è in corso una battaglia di narrative che occorre vincere, anche se “ il y a des gens qui ont des raisons de le croire”. Respinge quindi il sospetto che le sanzioni europee siano una delle cause dell’insicurezza alimentare mondiale così come denunciato dal presidente senegalese Macky Sall. Si riunisce il vertice UE-Balcani occidentali. Borrell è deluso: “We are not where we should be with the Western Balkans”. È chiaro ormai che “unanimity is a big problem to take decisions” … “we cannot continue with a single country blocking for months and month”. Lo stallo regala spazio alla Turchia e alla Russia’s influence in the Western Balkans - PE 733.523. Il vertice è ulteriore dimostrazione della deriva UE. Gli europei “militarmente in prima linea ed economicamente vulnerabili… [non] hanno gli stessi interessi e gli stessi obiettivi degli americani”. Inoltre, nel lungo periodo, il gas russo andrà verso l’Asia e le banche russe, escluse dal sistema Swift, si affideranno ad un sistema alternativo. Stiamo assistendo alla perdita di centralità dell’occidente mentre la Russia continua ad essere un attore importante anche nei paesi MENAIl successivo Consiglio europeo - EUCO 24/22 - concede lo status di paese candidato all'Ucraina e alla Moldova. Una “décision irraisonnée“ che avrà effetti negativi. Il costo economico dell’adesione costituirà uno choc sia per Kiev che per Bruxelles. Dal punto di vista politico, a parte la poca credibilità della classe dirigente ucraina, “l’horizon de Zelenski est bien les États-Unis, mais il est prêt à apprécier les crédits et fonds structurels européens. Si l’Ukraine entrait rapidement dans l’Union européenne, on aurait donc un nouveau cheval de Troie américain en Europe, ce qui irait à l’encontre des projets et désirs d’autonomie stratégique européenne”. L’accettazione della candidatura cozza anche con l’idea, non nuova, di un’Europa a più cerchi che sembra delinearsi nell’avvio della discussione sul tema "grande Europa". Il Consiglio precisa che tale quadro non sostituirà politiche e strumenti già esistenti, come l'allargamento. I ministri condannano le dichiarazioni della Turchia (sulle rivendicazioni territoriali e i diritti di esplorazione energetica in Egeo) e si attendono che si rispetti l'integrità territoriale di tutti gli Stati membri dell'UE. Ciò che vale in Europa non vale in Siria o in Iraq dove la Turchia da anni occupa porzioni di territorio a caccia di Curdi. Per il ministero degli esteri turco le conclusioni del Consiglio sono “a demonstration of the inability of the EU in breaking the vicious circle on matters related to Türkiye”. Nonostante la centralità di Erdoğan nelle crisi internazionali e la solerzia con cui i media a suo favore si affannano ad illustrarne il programma, in patria quasi il 50% della popolazione non approva il suo operato. Avendo legato la transizione al sistema presidenziale (con il conseguente accumulo di poteri esecutivi) ai successi economici, ora è il principale responsabile della crisi economica e sociale turca. Quando l’inflazione cresce a dismisura “The living conditions of the minimum wage earners, civil servants, retirees, in short, those with fixed income, deteriorate. Poverty increases. The resulting growth becomes neither sustainable nor is felt by most of the society”. Di fronte alla possibilità di perdere le elezioni il programma di Erdoğan è sempre lo stesso attaccare i nemici, controllare i media, muovere la magistratura. In un violento discorso richiama alla memoria le proteste di Gezi park, cui è legata la condanna di Kavala, insultando i partecipanti e accusandoli di non aver permesso il raggiungimento degli obiettivi economici prefissati. Un nuovo disegno di legge prevede pesanti pene detentive per quanti diffondano informazioni fuorvianti sulla salute pubblica, l'ordine pubblico o la sicurezza del Paese. Dal canto suo la magistratura è in piena attività.  Dopo la condanna per “insulti” a 4 anni e 11 mesi di Kaftancioğlu, alta esponente del CHP di Istanbul, anche il sindaco Imamoğlu rischia di essere accusato per lo stesso motivo. Le condanne sotto i cinque anni di solito si trasformano in libertà vigilata ma sono accompagnate da divieto di partecipazione alla vita politica. Le crescenti barriere che devono affrontare membri del CHP riflettono gli sforzi del governo per seminare discordia nel blocco dell'opposizione in vista delle elezioni previste per giugno 2023. Del resto, se i sondaggi danno sicuramente in calo l’AKP, il CHP non ha aumentato i propri voti, per cui Erdoğan cerca di eliminarne gli esponenti più carismatici. Come al solito parte della battaglia elettorale si combatte con o contro i curdi. L’opposizione cerca da parte del Partito Democratico del Popolo (HDP) sostegno ad un candidato unico che ancora non è stato dichiarato. Al contrario l’ondata repressiva da parte delle forze di polizia, in concomitanza con le aggressioni fuori dai confini, non conosce soste.  

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