EUROPA E TURCHIA.
Uno sguardo mensile alle dinamiche e agli sviluppi delle relazioni nel contesto del Mediterraneo.
Ottobre 2022
al Consiglio europeo informale di Praga viene varata la Comunità Politica Europea (EPC-CPE). Per l’AR Borrell la CPE è necessaria per contrastare minacce di vario genere come la militarizzazione dell’energia “the most important geostrategic
issue today – related with the war, but also with the balance of power in the
world”. I nuovi equilibri di potere citati da Borrell sono confermati dalla decisione dell’OPEC, che di fatto la allinea alle posizioni russe, di diminuire l'offerta di petrolio. Von der
Leyen, ricorda che la quota di gas russo è scesa dal 41% al 7,5% . A Praga però i
paesi europei non raggiungono alcun accordo sul tetto al prezzo del gas . La riunione si trasforma “in un Forum più simile ad una specie di G20 europeo che a
un laboratorio per gettare le basi dell’Unione europea allargata [...] Più che
una foto di famiglia si dovrebbe parlare di “foto di famiglie” […] se si
considerano le rivalità [tra molti degli stati presenti] per non parlare delle
tensioni fra Unione europea e Regno Unito dopo la Brexit e delle divisioni
profonde sui rapporti con la Russia”.
Pur considerandole ben svolte, per Borrell le elezioni in Bosnia sono state caratterizzate da sfiducia nelle
istituzioni e da retorica etnicamente divisiva. Si sorprende anche come il
plenipotenziario UE Schmidt abbia potuto modificare la legge elettorale il giorno delle elezioni quando invece che “his
executive powers should be used solely as a measure of last resort against
irreparable unlawful acts”.
La Relazione sull’immigrazione e l’asilo – (en)- Com(2022)740 – riporta che oltre 4,3 milioni di
ucraini si sono iscritti al programma di
protezione temporanea varato dall’UE. Invece gli 86.581 attraversamenti irregolari
lungo la rotta dei Balcani occidentali richiedono politiche di chiusura. Uno studio del PE rimarca come la costruzione di “Walls
and fences at EU borders” - PE 733.692 – sia poco compatibile con il
diritto comunitario. Il documento “Search
and rescue efforts for Mediterranean migrants” - PE 733.712- riporta
che da gennaio a giugno 2022, sono morte circa cinque persone al giorno nel
tentativo di attraversare il Mar Mediterraneo complice un approccio orientato
verso la criminalizzazione delle ONG. Il PE rifiuta il discarico del bilancio di FRONTEX a seguito delle violazioni riscontrate nella
gestione dei controlli di frontiera.
L’International Support
Group for Lebanon esorta i politici libanesi a raggiungere un consenso ampio al momento
delle elezioni presidenziali e a istituire un governo forte che possa attuare
le riforme necessarie per l’intesa con l’FMI. L’accordo siglato con Israele sui confini marittimi per lo sfruttamento dei
giacimenti di idrocarburi, è salutato con soddisfazione dall’UE ma nei due paesi, anche se si pensa che potrebbe essere più
facile avviare un processo di distensione, non tutti plaudono alla firma. Lo stesso tipo di accordo firmato tra la Turchia e il governo di Tripoli provoca invece la reazione contraria dell’UE. La proclamazione
di Zone Economiche Esclusive è divenuta ormai un’arma geopolitica nel Mediterraneo, il timore è che nuove azioni di trivellazione turche possano
provocare una reazione da parte dell’Egitto.
Madrid ospita la quinta
UfM “Ministerial Conference on Strengthening the Role of Women in Society”. La dichiarazione finale richiamando quella del Cairo del 2017 rimarca che sono necessari
sforzi speciali per rafforzare l'emancipazione economica e politica delle donne
e porre fine alla violenza contro di loro.
Viene presentata la “2022 Communication on EU Enlargement Policy” – Com(2022)528 con annexes – il documento fornisce una valutazione dei progressi compiuti dai
Balcani occidentali e dalla Turchia sui rispettivi percorsi verso l'UE. Viene
proposto al Consiglio di concedere lo status di candidato alla Bosnia. Il Türkiye 2022 Report – SWD(2022)333 sottolinea ancora una volta le
gravi carenze nel funzionamento delle istituzioni democratiche turche: la
centralizzazione a livello di presidenza non garantisce una separazione dei
poteri; la lotta alla corruzione non ha compiuto progressi; la magistratura
continua a prendere di mira i partiti di opposizione; le organizzazioni della
società civile subiscono pressioni e il loro spazio per operare continua a
ridursi. Per quanto riguarda le relazioni con l’UE, a parte la cooperazione in
materia di migrazione e asilo, la politica estera di Ankara è in contrasto con
le priorità dell'Unione, in particolare a causa del mancato allineamento con le
sanzioni alla Russia, della sua azione militare nel sud-est del paese e per la
presenza in Siria e Iraq.
Dal canto suo Ankara, deplora che lo spirito di solidarietà della prima riunione della CPE non
si rifletta nella relazione. Considera che i passaggi riguardanti le questioni del Mediterraneo riflettano le
opinioni illegittime di Grecia e Cipro e ricorda che l'UE non è un organo giudiziario internazionale per
determinare le aree di giurisdizione marittima. L'UE dovrebbe considerare la
Turchia come un paese candidato piuttosto che come uno Stato terzo a cui
ricorrere quando necessario. Sottolineando che l'esportazione di grano e lo
scambio di prigionieri di guerra tra le parti è stato possibile grazie alla
posizione turca, considera una stranezza la critica per il mancato rispetto
delle sanzioni alla Russia poiché non ha l'obbligo di rispettarle. Con una
certa dose di rischio Erdoğan è da tempo in cerca di un nuovo ruolo nel complesso delle
relazioni internazionali. Si inquadra in questo contesto il ventilato accordo
con la Russia per la nascita di un hub energetico turco, basato sul gasdotto TurkStream, che possa aggirare
l’Ucraina come via di transito verso l’Europa. Del resto Erdoğan è desideroso di
aumentare il commercio con Mosca per stabilizzare l’economia in vista delle elezioni del
prossimo giugno.
L’economia e le condizioni dei lavoratori sono il
tallone d’Achille del presidente che di fronte ad una nuova tragedia in una
miniera, se la prende con il destino quando la Corte dei Conti aveva più volte
esortato a attuare le misure di sicurezza necessarie. Prosegue anche la non ortodossa politica monetaria, di fronte ad
un’inflazione all’83% si parla di un ulteriore taglio dei tassi di interesse.
Il parlamento approva una legge contro la divulgazione di notizie false o ingannevoli. La legge criticata dal PE e in patria, si propone di frenare i flussi di informazioni indesiderate almeno fino alle elezioni.
Accanto a nuove leggi le vecchie continuano a funzionare benissimo favorendo processi basati su prove false e testimoni anonimi. Il malfunzionamento del
sistema giuridico è riconosciuto anche dal presidente della Corte
costituzionale turca.
Dal canto suo l’alleanza di opposizione non riesce
ancora a dichiarare un candidato presidenziale né a presentare una piattaforma
politica ed economica. Di fronte allo spauracchio di un’alleanza con i curdi, agitato dai partiti di governo, e alle
continue minacce di rimpatrio dei profughi siriani, una “political fantasy” cavalcata
anche dall’opposizione, “the so-called “Nation Alliance”—a coalition of six
political parties—is greasing the rails for Erdoğan,
ensuring that Turkey’s autocratic turn is likely to become institutionalized”.
L’HDP in seguito ai colloqui con piccoli partiti di
sinistra costruisce e guida una terza alleanza elettorale: la “Labour and
Freedom Alliance, (EÖİ). Non è chiaro se la nuova alleanza presenterà un
proprio candidato.
Presentando in plenaria il consiglio di fine mese von der Leyen rivendica i successi che il mettere in comune, risparmiare e condividere hanno
portato nell’approvvigionamento di gas anche se resta il fatto che i massicci investimenti
necessari per le rinnovabili squilibreranno le condizioni di gioco del mercato
unico.
Il Consiglio europeo di fine mese ribadisce questi
concetti. Nelle conclusioni – EUCO 31/22 – i leader chiedono decisioni concrete quali ad
esempio l'acquisto congiunto volontario di gas e un nuovo parametro di
riferimento per i prezzi entro l'inizio del 2023. Se per von der Leyen e Michel in materia di energia la tabella di marcia è molto chiara per altri non
è detto che ciò abbia risultati immediati. Nel lungo periodo poi si potrebbe arrivare ad una perdita di
competitività dell’industria europea. Per
il ministro francese dell’economia Lemaire "Le conflit en Ukraine ne doit pas se solder
par une domination économique américaine et un affaiblissement de l'UE".
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