EUROPA E TURCHIA.

Uno sguardo mensile alle dinamiche e agli sviluppi delle relazioni nel contesto del Mediterraneo.

Novembre 2022

novembre viene pubblicata la Relazione sull'attuazione degli strumenti di azione esterna dell'Unione europea 2021 (en) – Com(2022)578

Si svolge il Summit del Processo di Berlino per i Balcani con l'obiettivo di approfondire l’integrazione economica. La raccomandazione del PE Nuova strategia dell'UE in materia di allargamento - P9_TA(2022)0406 - sottolinea che il difficile contesto geopolitico ha dato nuovo slancio al processo di allargamento ma il successivo Consiglio affari esteri esprime preoccupazione per le numerose crisi che si profilano nella regione tra cui l'impatto negativo della guerra in Ucraina.

All’ONU l’UE richiama l’attenzione sulla situazione in Palestina nel momento in cui Netanyahu si circonda di estremisti religiosi. Borrell incontra il Presidente Abbas ribadendo il sostegno al popolo palestinese e alla soluzione a due Stati.

Il Commissario UE Reynders in visita a Tunisi, esprime preoccupazione per la tenuta della democrazia, spera che la preparazione e le modalità di svolgimento delle elezioni legislative di dicembre  favoriscano uno scambio tra attori sociali e politici. Viene firmato un programma da 100 mln di euro per il sostegno alla popolazione.

Barcellona ospita il 7h UfM Regional Forum e il 4th European Union-Southern Neighbourhood Ministerial Meeting (la Macedonia del Nord entra nell’UpM). Nelle conclusioni si ricordano le principali crisi e le sfide in materia di sviluppo economico e sociale della regione. Nella risoluzione “Promuovere la stabilità e la sicurezza nella regione del Medio Oriente allargato” (en) - P9_TA(2022)0408 – il PE prende atto che gli strumenti di finanziamento dell'Unione non hanno dato quel contributo alla stabilità e alla prosperità della regione che ci si aspettava. Esprime preoccupazione che, insieme all’esportazione armi e combattenti, si verifichi una corsa al nucleare. La condanna della repressione dell'Iran nei confronti dei manifestanti si accompagna alla constatazione che il partenariato più stretto con i paesi del Golfo non ha portato a chiari parametri di riferimento in materia di diritti umani.

Queste criticità si ripresentano nella raccomandazione Situazione in Libia (en) - P9_TA(2022)0407. Per il PE le autorità libiche dovrebbero annullare il memorandum Turchia-Libia e l’accordo sugli idrocarburi del 2022 che prevede attività di trivellazione nelle ZEE di Cipro e Grecia; non utilizzare il petrolio come strumento di confronto tenendo aperti pozzi e terminali petroliferi; porre fine alla detenzione in “campi disumani” dei migranti e aprire invece “centri di accoglienza”; revocare gli ostacoli alla libertà di espressione. Dal canto suo l’UE deve sostenere le operazioni IRINI (in mare) ed EUBAM (ai confini meridionali) garantendo che siano all'altezza del compito, “cosa che finora non è avvenuta”; accertarsi che i migranti soccorsi in mare siano sbarcati in luoghi sicuri e che gli Stati membri meridionali non siano lasciati soli a farsi carico degli arrivi.

La Commissione richiede lo sbarco immediato di tutte le persone a bordo della Ocean Viking che il governo italiano rifiuta di fare scendere. Per far fronte alla nuova crisi innescata dall’Italia viene convocato un Consiglio straordinario affari interni. Di fronte ai 4 milioni di ucraini che hanno beneficiato del regime di protezione temporanea il problema sono i 275.000 non ucraini entrati irregolarmente dalle rotte mediterranee e balcaniche per i quali non si riesce a trovare una soluzione concordata. Il Piano d’Azione proposto è più un tentativo di appianare le divergenze fra gli Stati che una vera risposta strutturale, “rimane centrale l’esternalizzazione delle politiche migratorie europee a carico dei Paesi terzi, specialmente in Nord Africa”.

Mustafa Sentop, presidente del parlamento di Ankara, dichiara il sostegno della Turchia a una soluzione a due Stati per Cipro. Gli fa eco Cavusoglu che considera un dovere proteggere la Repubblica turca di Cipro del Nord (e il Mediterraneo orientale) dalle mire greche ed europee. L'UE respinge le dichiarazioni della Turchia sull'accettazione della TRNC come osservatore nell'Organizzazione degli Stati turchi.

Il ruolo insignificante della UE in Libia espone i paesi mediterranei europei ai ricatti di Haftar e dell’Egitto e, in un contesto più generale, rende impossibile applicare le sanzioni alla Russia in modo totale. Mosca continua a vendere il gas via nave usufruendo anche di molte petroliere greche e maltesi che hanno cambiato bandiera. La riconfigurazione delle catene di valore globali e di trasporto fa si che parte della produzione mondiale lasci l’Asia per trasferirsi nell'area mediterranea. Ciò implica lo sviluppo di infrastrutture e hub di trasbordo in quei paesi, come la Turchia, capaci di accogliere gli investimenti stranieri (anche russi). I porti, in particolare, fanno gola a molti. Il porto di Mersin al momento potrebbe finire in mani russe a causa della necessità di moneta che Ankara ha per combattere la crisi economica. Dal 2018 l’afflusso, spesso non chiaro, di capitali stranieri  “has consisted mostly of currency swaps equivalent to nearly $30 billion, which have served largely to window-dress the central bank’s reserves but also as hot hard currency. Erdogan has sought to increase such inflows as the elections near, using political ties”.

Alla vigilia del centenario della fondazione, la Repubblica turca è nel pieno di una crisi sistemica che erode i principi dello stato. “The crisis-shattered country prepares for a showdown, under the disguise of elections”. Per Erdoğan la strada è chiara, continuare a governare da sovrano su una società che avrà imparato il prezzo del dissenso. Contro di lui una frammentata opposizione composta da partiti nazionalisti o conservatori “(the secular CHP is not a leftist party at all: it is by definition a republican, etatist, elitist , nationalist, party)” incapace di nominare un contendente all’altezza e di avere un dialogo con la forza politica decisiva: il filo-curdo HDP. La distanza tra i due maggiori partiti di opposizione si riscontra anche nella solidarietà alle proteste, contro i governo iraniano e del’AKP, seguite alla morte di Mahsa Amini. Mentre l’HDP decide di puntare alle piazze supportando le manifestazioni delle donne turche ed iraniane, il CHP si muove sul piano istituzionale proponendo una revisione legislativa per risolvere la questione del velo così di  fatto consegnandosi nelle mani di Erdoğan che immediatamente propone una sua revisione costituzionale per proteggere i valori della famiglia e fornire garanzie costituzionali per il velo. L’opportunismo del presidente arriva al punto di cercare l’appoggio del HDP. Gli stessi ministri che hanno intentato la causa di scioglimento del partito curdo incontrano i rappresentanti di cui hanno chiesto la rimozione dal parlamento “But now, they need their votes, and that’s why they go to visit them with forced and fake smiles on their faces, shake their hands, and ask for their votes”. Comunque se la riforma non passasse l’esame del parlamento, Erdoğan chiederà un plebiscito popolare tramite un referendum.  

Volendo giocarsi fin da subito la carta curda Erdoğan ascrive immediatamente l’attentato che colpisce Istanbul al PKK anche se l’organizzazione smentisce ogni coinvolgimento. Il presidente non cessa di ripetere che scatenerà una nuova azione militare in Siria e accusa apertamente gli Stati Uniti, in difficoltà nella regione, di connivenza con il terrorismo. Intanto per non rischiare di scontarsi con le truppe russe e americane, si limita a bombardamenti. “Le Parti des travailleurs du Kurdistan n’est qu’un aspect de la question kurde qui est bien plus globale” e chiama in causa la vita stessa della democrazia turca minacciata da un sempre più capillare controllo dell’informazione e scossa da povertà tanto profonda che le famiglie più povere non possono mandare i figli a scuola.

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