EUROPA E TURCHIA.

Uno sguardo mensile alle dinamiche e agli sviluppi delle relazioni nel contesto del Mediterraneo.

Febbraio 2023

      In vista del vertice tra l'Unione europea e l'Ucraina il Consiglio adotta un settimo pacchetto di aiuti militari. Il vertice ribadisce la volontà dell’UE di supportare Kiev fino alla vittoria. A Bruxelles si svolge un consiglio europeo speciale. Nelle conclusioni – EUCO 1/23, oltre all’Ucraina, per quanto riguarda la gestione delle migrazioni il Consiglio invita “la Commissione a finanziare misure degli Stati membri che contribuiscono direttamente al controllo delle frontiere”. La decisione è “l’insensata conclusione di un processo iniziato da anni e reso possibile dalla mancanza di politiche comuni e dalla assurda immutabilità del sistema di Dublino”. Nella conferenza stampa a fine vertice Michel ribadisce il mantra del rafforzare l'azione esterna, potenziare la cooperazione con i paesi di origine e transito, aumentare i rimpatri. Il naufragio al largo delle coste calabresi dove muoiono più di 70 migranti è frutto di questa politica. “Al di là delle parole di cordoglio, dai vertici europei non sono venuti appelli a rafforzare le operazioni di salvataggio in mare. Da tempo ormai l’Unione non interviene sulle scelte di paesi membri che, come l’Italia e la Grecia, ostacolano i soccorsi in mare delle ONG e sottoscrive accordi bilaterali con i paesi di origine e transito”. È in questo quadro d’azione che viene consegnata alla guardia costiera libica la prima di cinque imbarcazioni specializzate per la ricerca e il salvataggio. “Il progetto è stato …finanziato in modo significativo dai paesi del Gruppo di Visegrád”. Rimane sempre non detto quali siano le autorità libiche che hanno ricevuto le navi. Il Consiglio affari esteri ribadisce le posizioni UE sull’Ucraina e sull’accordo sulle esportazioni di cereali. In una dichiarazione i membri del Consiglio europeo ribadiscono l'aiuto fino alla vittoria sostenendo "la formula di pace del presidente Zelensky". Posizioni ribadite nel  G7 Statement con l'aggiunta di una conferenza per la ricostruzione prevista per giugno. Borrrell incontrando il ministro degli esteri saudita si compiace dei positivi cambiamenti in atto nella società saudita. Un successivo trilaterale con la Lega Araba rimarca l'assenza di una prospettiva politica per una soluzione pacifica per la Palestina e condanna la decisione di legalizzare nuovi insediamenti in Cisgiordania. La questione palestinese, risucchiata nei nuovi equilibri mediorientali,  è ormai in secondo piano non solo per Netanhyau, come ha potuto constatare anche il segretario USA Bliken, ma è anche assente dalle manifestazioni contro il governo cui non partecipano i cittadini arabi israeliani. Nella strategia geopolitica israeliana la soluzione a due stati ormai è solo fumo negli occhi. Per Israele sono più importanti il riavvicinamento con i sauditi e la deterrenza militare contro l’Iran e alleati. Così, nonostante il terremoto, l’aviazione israeliana bombarda Damasco. Un terremoto devastante colpisce le zone di confine tra Turchia e Siria. In pochi giorni il bilancio delle vittime arriva a 40.000 morti. La presidenza UE decide di attivare la risposta politica integrata alle crisi (IPCR) modificando le misure restrittive in vigore riguardanti la Siria per agevolare la rapida fornitura di aiuti umanitari. Nonostante ciò pochissimi aiuti arrivano nelle zone della Siria sotto il controllo dei gruppi di oppositori al regime. Ad ogni check point le autorità di Damasco pretendono parte del carico ribadendo il controllo statale sulle zone contese. In Turchia nei comuni curdi dove i sindaci sono stati destituiti la campagna di soccorso è ostacolata dall’incapacità, quando va bene, dei funzionari governativi. Se dal lato siriano il terremoto è un’occasione per Assad di uscire dall’isolamento internazionale, in Turchia Erdoğan si trova in grave difficoltà. Dal terremoto del 1999, che spianò la strada alla sua ascesa, nessuno degli avvertimenti dei geologi è stato recepito. Secondo gli avvocati della CHD “Malgré la prévisibilité du tremblement de terre, la législation n'a pas été suffisamment renforcée, les problèmes de construction urbaine n'ont pas été résolus et les inspections des bâtiments n'ont pas été effectuées”. Lo stato di emergenza dichiarato per le province colpite, è necessario più a sopire il malcontento che a velocizzare la macchina dei soccorsi (ci è voluta una rivolta dei cittadini sui social media affinché fossero chiamate le unità militari). La prima reazione di Erdogan è l’arresto di blogger critici del suo operato e di centinaia di costruttori ma la sue responsabilità sono evidenti. Durante il suo mandato sono stati emessi nove condoni edilizi di cui hanno beneficiato i proprietari di quasi 300.000 edifici nella zona sismica. Lo scontro politico tra partiti si inasprisce ma, nonostante le accuse di una risposta tardiva al terremoto, uno scandalo di donazioni di tende, la morte di alcuni giovani sotto la custodia della polizia, e anche per la reazione dei partiti di opposizione, le elezioni non vengono rinviate. Eppure più ci si avvicina alla data più la coalizione di opposizione mostra le sue crepe. Poiché “un des partis qui composent l'Alliance de la Nation est islamiste, deux d'entre eux sont le produit du mouvement ultra-nationaliste, et les deux autres sont des extensions du gouvernement AKP qui a entraîné la Turquie dans les ténèbres actuelles” è difficile pensare che questa coalizione possa risolvere i problemi strutturali della democrazia turca, in primo luogo trovare un posto ai curdi nella società. Il progetto della Tavola dei Sei “n'est rien d'autre qu'un projet de restauration qui tente de réparer l'anarchie créée par l'AKP plutôt qu'une solution structurelle profondément ancrée”. Il contraccolpo economico del terremoto sarà grave, si parla di danni diretti per 34,2 miliardi di dollari, ma i costi totali di ricostruzione potrebbero essere il doppio e potranno essere coperti, quasi sicuramente, solo con nuove tasse. Nonostante il buon andamento dell’economia la forza lavoro ha visto ridursi la sua quota sul reddito nazionale, le masse lavoratrici sembrano essere diventate più povere.    

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